Gli interventi di riforma in materia di “degiursdizionalizzazione” riguardano anche il processo civile.
In questa ottica decisamente positiva si inserisce anche la previsione che le parti possano, congiuntamente, promuovere un procedimento arbitrale con le regole contenute nel codice di procedura civile.
Qual è la novità? Per le cause civili pendenti avanti al Tribunale e in grado d’appello, se le parti saranno d’accordo, queste potranno presentare istanza per radicare il procedimento arbitrale. Una volta nominato l’Arbitro, il Giudice dovrà trasferire il fascicolo all’arbitro nominato, che procederà nell’istruttoria della causa fino alla sua decisione (Lodo), in tempi brevi.
Le cause pendenti da molti anni o comunque congelate per assenza del Giudice istruttore o in attesa della decorrenza dei lunghi rinvii disposti dal Giudice, verranno così “sbloccate” e le parti potranno ottenere, in tempi brevi, la decisione della loro controversia.
Gli Arbitri saranno individuati tra gli avvocati iscritti, da almeno tre anni nei rispettivi Albi professionali di appartenenza.
Occorrerà attendere che il decreto sbarchi in Parlamento per la sua conversione in legge e c’è da augurarsi che la scelta dell’Arbitro avvenga tra avvocati iscritti all’Albo almeno da 10 anni e che abbiano frequentato un corso di formazione. Lo Ius dicere richiede competenza, esperienza e terzietà nell’avvocato che decide in qualità di Arbitro.