Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia, primo in Regione, ha istituito la Camera Arbitrale Forense, presentandola il 12 Aprile scorso nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Modena e Reggio.
Dopo l’Organismo di Mediazione, operativo dal 2010, l’Ordine Forense reggiano si propone nuovamente alla cittadinanza e al mondo delle imprese come elemento propositivo e di qualità nella risoluzione delle controversie, anche al di fuori delle aule del Tribunale. Nell’epoca moderna, dove il tempo “veloce” con il quale dobbiamo fare i conti quotidianamente ha portato maggiori impegni da sbrigare in minor tempo, e le continue novità tecnologiche hanno modificato le abitudini e i comportamenti della società, l’eccessiva durata del processo civile continua ad avere ripercussioni negative sia nell’ambito economico e finanziario delle imprese, sia per gli stessi cittadini. La conseguenza è una sempre minor fiducia di tutto il sistema verso la Giustizia.
L’avvocatura reggiana è riuscita a trasformare questi segnali di cambiamento in comportamenti concreti, in presa di coscienza, in fiducia, proponendosi come intermediaria tra la collettività e lo Stato per tutelare il diritto del singolo. Il ricorso all’Arbitrato mantiene, infatti, tutte le garanzie del processo civile avanti il Tribunale ordinario, trattandosi di una vera e propria giurisdizione alternativa a quella istituzionale e non soltanto una alternativa alla giurisdizione. L’Arbitrato è un procedimento previsto e disciplinato dal codice di procedura civile per la risoluzione di una controversia che, quanto alle garanzie di contraddittorio e di imparzialità tipiche della giurisdizione civile ordinaria, non si differenzia da quello che si svolge davanti agli organi statali della giurisdizione. L’arbitrato si conclude con l’emissione in tempi brevi (dai 6 ai 12 mesi a seconda della difficoltà della vertenza) di un lodo, al quale sono riconosciuti tutti gli effetti di una sentenza pronunciata dall’autorità giudiziaria. Si possono ottenere risposte veloci a contenziosi che radicati avanti al Giudice ordinario potrebbero proseguire per anni. Per assicurare costi equi e contenuti, già prestabiliti, il Consiglio Direttivo della Camera nomina un Arbitro Unico di regola e, solo su richiesta delle parti, un Collegio costituito da tre arbitri.
La nomina avverrà secondo i principi dettati dal Codice Etico (competenza, imparzialità, terzietà e trasparenza) da un elenco nel quale vengono iscritti solo coloro che avranno dimostrato uno specifico percorso formativo, professionalità, e – soprattutto – onorabilità. La Camera Arbitrale Forense presenta una soluzione da non interpretare come semplice concorrenza con l’amministrazione dell’ordinario contenzioso da parte del Tribunale, ma come sistema di appoggio e di supporto esterno nella gestione e risoluzione del contenzioso stesso, attraverso l’attività dell’avvocato arbitro in luogo del magistrato.
L’Avvocatura reggiana, contribuendo fattivamente al ridimensionamento dei problemi della giustizia e proponendo uno strumento decisionale che mette in gioco la “professionalità” dei propri iscritti, ha lanciato una sfida: quella di conferire un nuovo e primario senso alla Giustizia, garantendo alla Società il valore aggiunto di una “Giustizia alternativa”, riconosciuta dai principi costituzionali, che si manifesta in comportamenti ispirati all’interesse generale, alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei cittadini, con procedimenti veloci, convenienti, e di qualità.